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Descrizione
Antichissima è l'origine dell'insediamento abitativo di Calliano. II toponimo deriva dal gentilizio romano Callius (o, in forma non contratta, Catilius), seguito dal suffisso -anum, tipico degli insediamenti di età romana. In effetti, Calliano era uno dei tanti castra, cioè insediamenti fortificati eretti con finalità essenzialmente militari, ma collocato in una posizione tutt'altro che irrilevante, nel punto di incontro fra due strade di grande importanza commerciale, la via Marinca (o Marenca) che univa l'astigiana alle pianure dell'alessandrino innestandosi sulla via Fulvia e la strada che da Asti conduceva a Vardagate (l'attuale Terruggia).
Un locus Caliani qui dicitur Mandaloni (probabilmente dal notabile Amandolone di origine longobarda più volte menzionato in atti di permuta di terreni) compare in numerosi documenti dei secc. IX-X.
Da queste antiche testimonianze ricaviamo l'immagine di un centro abitato di grande importanza, dotato di numerose chiese - fra cui S. Pietro, menzionata in un atto dell'886 e più tardi qualificata addirittura come basilica - e caratterizzato da una diffusa proprietà terriera in mano a laici ed ecclesiastici, che si espandono a spese della pars publica, vale a dire delle terre di proprietà regia.
L'importanza di Calliano crebbe in misura esponenziale con l'espansione di due stati confinanti destinati a fronteggiarsi per lungo tempo: il Marchesato del Monferrato (che già alla fine del X sec. risulta possessore di terre in Calliano) e il Comune di Asti.
La posizione di confine fra i due stati fece del territorio e della comunità di Calliano l'oggetto degli appetiti di entrambi i contendenti.
Non stupisce pertanto che Calliano, nel periodo che occupa i secc. XI-XIII, cambi spesso padrone in un intrigo di vicende complicate e non di rado ambigue, di cui si possono ricordare solo gli eventi più importanti.
Nel 1135 il marchese Ardizzone II, per fare un dispetto al fratello Raineri, offrì il villaggio di Calliano al Comune di Asti, pur conservando di fatto il controllo sul castello e sul territorio.
Nel 1197 fu addirittura un contratto di vendita, sottoscritto dal marchese Bonifacio e confermato dal figlio Guglielmo VI, a sancire il passaggio dei diritti feudali su Calliano - per 800 lire genovesi - ad un gruppo di notabili astigiani.
Occorre aspettare il 1260 per vedere i vessilli dello stato monferrino sventolare nuovamente sulle mura di Calliano, grazie all'alleanza sancita fra il Comune di Asti ed il “Gran Marchese” Guglielmo VII.
Tuttavia soltanto due anni dopo, con la sconfitta e la cattura del Gran Marchese ad opera degli alessandrini, Oberto Re, legato della Comunità di Calliano, consegnò solennemente ad Asti il castello, la torre, e la “villa” di Calliano, vincolando stabilmente le sorti del borgo a quella del Comune astigiano.
Il legame non dovette essere poi così stretto se poco tempo dopo, nel 1294, il marchese Giovanni I riuscì a recuperare Calliano grazie all'aiuto del Marchese di Saluzzo, questa volta a titolo definitivo.
Da allora la Comunità di Calliano venne considerata caposaldo importante dello stato del Monferrato, come dimostra la ratifica e l'approvazione degli Statuti in due distinti momenti (nel 1349 e nel 1378) e la concessione di privilegi, puntualmente confermati da tutti i sovrani succedutisi sul trono del Monferrato.
Gli stessi marchesi monferrini concessero i diritti feudali su Calliano a diverse famiglie di antica ed illustre nobiltà, fra cui i Radicati che ressero il feudo nel XV secolo.
Anche dopo il passaggio del Monferrato ai Gonzaga (1559) Calliano non vide sminuire la propria importanza, tant'è che nel 1604 il duca Vincenzo I innalzò il territorio callianese alla dignità di marchesato, affidandolo a Galeazzo di Canossa.
Da questi il marchesato di Calliano passò poi alla casata degli Scozia che furono a tutti gli effetti gli ultimi Signori di Calliano e mantennero le proprie prerogative anche dopo l'annessione del Monferrato allo stato sabaudo (1708-1713).
Diversi i personaggi di una certa notorietà, almeno all'epoca loro, che nacquero o ebbero comunque a che fare con Calliano nel corso dei secoli, ma il più importante è sicuramente Agostino Della Sala Spada, scrittore e commediografo fecondo e brillante, ispiratore del Quo vadis del polacco Sienkiewicz (premio Nobel nel 1905), che a Calliano ebbe i natali il 1° maggio 1842.
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